La croce e il potere LA PAGINA DEI BLOG

Le riflessioni che vorrei condividere insieme con le lettrici ed i lettori di MicroMega piumini moncler outlet prendono spunto da un recente studio pubblicato dal professor Giovanni Filoramo, docente di Storia del Cristianesimo e di Storia delle Religioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino, significativamente intitolato: La croce e il potere. Nell’analisi dell’autore la storia del formarsi e dello strutturarsi di questo nuovo tipo di chiesa è strettamente legata alla ricerca di un’ortodossia unitaria () Il punto di arrivo di questo secolare moncler saldi outlet processo fu il concilio di Costantinopoli del 381, che fissò il dogma trinitario e impose la moncler bambino saldi fede ortodossa uscita vincente dal concilio come verità dottrinale per tutti i sudditi dell’impero[2].

Sullo sfondo di questo quadro interpretativo l’autore svolge, nel corso del testo, alcune affermazioni sulle quali vorrei soffermarmi insieme con voi, poiché le considero particolarmente significative anche per ciò che concerne la disamina critica dei fondamenti moncler saldi della dogmatica teologica cristiana, tutt’oggi scarsamente discussi.

Questo processo che condusse la chiesa del IV secolo moncler outlet trebaseleghe alla affermazione definitiva del credo niceno () ha potuto aver veramente luogo al prezzo di una duplice violenza: l’eliminazione moncler uomo di ogni dissenso interno alle varie chiese cristiane in nome di una verità dogmatica ritenuta unica e definitiva e di una chiesa veramente moncler outlet serravalle cattolica, e cioè universale[3]. Credo che sia tempo di concedere all’analisi storica un pieno diritto di cittadinanza all’interno della discussione relativa all’origine del dogma, che sovente viene confinata dalle chiese moncler bambino outlet nell’angusto perimetro del dibattito teologico. L’unità dell’ortodossia è un risultato storico, non un presupposto teologico: l’interpretazione che ha finito per prevalere è quella moncleroutlet-i che si è affermata, non l’unica plausibile, men che meno l’unica corretta. Sovente, invece, il dibattito teologico si rifiuta di analizzare le ragioni in virtù delle moncler outlet online shop quali l’ermeneutica ortodossa è andata affermandosi e ne difende, con un’ostinazione sospetta, l’ineccepibile validità. Una delle principali motivazioni per moncler saldi uomo cui l’ortodossia prevalse risiede nell’estromissione violenta di ogni dissenso e delle ragioni che lo sostanziavano, che non vennero confutate ma demonizzate e, per ciò stesso, eluse.

Difatti, prosegue Filoramo, quel che, alla luce del concilio del 381, appare moncler outlet evidente è che il richiamo alle scritture e il confronto esegetico non erano in grado di dirimere quale dottrina fosse ortodossa e quale invece eretica[4].

Questa affermazione di buon senso è quella che solitamente diserta i dibattiti teologici moncler outlet online uomo ai quali mi è stato dato di poter assistere o di prender parte: è del tutto evidente, infatti, che né le scritture, né le molteplici interpretazioni che ne derivano, si rivelano sufficienti a suffragare in maniera incontrovertibile una ed una sola ermeneutica e, di riflesso, una ed una sola dogmatica. L’approdo ad una ortodossia non può che essere il frutto di una soppressione arbitraria del dibattito e delle ragioni che lo istruiscono e lo sostanziano, poiché la tematica cristologica su cui verté la controversia ariana è, in ultima analisi, una vexata quaestio una questione controversa e tale, in una prospettiva biblico esegetica, è destinata a rimanere.

a motivo di questa sostanziale impossibilità di addivenire ad una soluzione definitiva che, ricorda Filoramo, le decisioni del concilio non riuscirono ad eliminare le profonde divisioni che si erano create in quasi un secolo di controversie () L’imperatore si era dunque illuso, pensando di aver chiuso con il concilio la questione del conflitto interno alla chiesa[5]. Ma la controversia, se vi sono (e ve ne sono) ragioni per mantenerla aperta, non può essere dichiarata arbitrariamente conclusa da decisioni conciliari che si autoproclamano insindacabili.

E ciò per il fatto che, come ripete sovente Filoramo all’interno della sua opera, in misura considerevole le decisioni conciliari furono decisioni politiche e non squisitamente teologiche: e furono ragioni di opportunità politica a consentire il consolidamento di un pensiero unico che ogni teologia piumini moncler storica ed evangelica dovrebbe rifiutare recisamente. Meglio sarebbe per la teologia cristiana tirarsi fuori da ogni tentazione assolutistica e riscoprire quella tolleranza che, nel corso della sua storia, le è stata più volte riproposta dal pensiero laico. Ennesima, amara riprova di un dogmatismo intransigente che, sin dalle origini, ha volutamente ignorato ogni pluralismo moncler donna e qualsivoglia invito a percorrere le vie feconde perché complesse del dialogo.

Alessandro Esposito pastore valdese

Di Filoramo apprezzai piu’ di un ventennio fa L’attesa della fine: storia della gnosi, anche se non so che effetto mi farebbe rileggerlo. In merito al discorso qui presentato, temo che ogni sistematizzazione di insegnamenti religiosi sia in diversa misura affetta da visioni politiche piu’ o meno esplicite.

Il concilio di Nicea e’ pero’ una politicizzazione della dimensione del sacro tanto invadente da lasciare uno spazio esiguo piumini moncler uomo al sacro stesso. E per questa distorsione lapalissiana nel contesto cattolico, ma non certo esclusiva di questo occorrerebbe appunto affidarsi alla tolleranza in luogo dell’assolutismo, ovviamente a spese della struttura politica vigente.

per i cattolici le decisioni dei concili, cioè i dogmi, sono ispirate dallo Spirito piumini moncler scontatissimi Santo, anche se fatte dagli imperatori, e quindi sono irreformabili, in quanto lo Spirito Santo non può sbagliare. La discussione, sempre per i cattolici, è se può cambiare l’espressione o la comprensione culturale dei dogmi. Praticamente tentano questa scappatoia, ma i risultati sono scarsi. E così il cattolicesimo si è imbalsamato da solo, si è ipotecato per l’eternità. Questo congelamento si è poi allargato alla morale, ai riti, ecc. Ecco perché, al tempo del concilio vaticano II alcuni preti anziani dicevano: «non c’è più religione!». Cioè: se prima le cose andavano bene, perché ora qualcosa cambia? Forse che il cattolicesimo deve venire outlet moncler a patti col mondo? Mai più! Personalmente ritengo che il cattolicesimo non abbia ancora il coraggio di pensare che i dogmi possano essere riformulati e ricompresi anche alla luce della storia. La consapevolezza di essere LA religione rivelata impedisce loro di aprire gli occhi.

Cari Kenny Craig e Ugo piumini moncler saldi Agnoletto,

concordo con le vostre osservazioni: in primis con quella relativa alle implicazioni politiche che ogni istituzionalizzazione (della struttura come del pensiero su cui si regge) comporta; il cristianesimo, non appena ha assunto una (naturalmente illusoria) conformazione universale (ma meglio sarebbe dire omologante), si è trovato nella necessità di doverla puntellare con decisioni di natura politica, dacché il consenso unanime in materia di riflessione (e dunque di fede, se la si intende seriamente) non si può ottenere che con la coercizione.

Assai opportuno trovo anche il rilievo del caro Ugo Agnoletto: sono difatti persuaso anch’io, come lui, del fatto che la dogmatica cristiana andrebbe rivista e profondamente ridiscussa alla luce della storia e, aggiungo io, dell’esegesi e dell’ermeneutica. Il problema (e questo le teologie ecclesiastiche tradizionali lo sanno perfettamente) è che, in questo modo, non si avrebbe più una «dogmatica». Personalmente, ritengo che si tratterebbe di un approdo auspicabile, di una vera e propria rivoluzione copernicana, già in atto nei fatti ed elaborata dalle teologie liberali, ma pressoché sconosciuta in moncler donna seno alle comunità ecclesiali.